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"Se qualche volta scrivo è perché certe cose non vogliono separarsi da me come io non voglio separarmi da loro.
Nell'atto di scriverle esse penetrano in me per sempre
- attraverso la penna e la mano- come per osmosi"
(Cristina Campo, Gli Imperdonabili)

sabato 26 gennaio 2013

C'è pur sempre il cielo...

Domani ricorre il Giorno della Memoria e vorrei ricordare questa pagina atroce della nostra storia con il messaggio di speranza e forza trasmesso da una giovane donna ebrea, Etty Hillesum. 
Con i suoi diari e le sue lettere, ha lasciato in eredità per noi una straordinaria e preziosa opera di pensiero e di umanità.

Non potrò mai scrivere le cose come la vita le ha scritte per me, in caratteri viventi. Ho letto tutto, con i miei occhi e con tutti i miei sensi, ma non saprò mai raccontarlo allo stello modo.

Invece lo ha fatto... con i caratteri viventi della sua scrittura lirica e profonda, ha impresso sulla carta la sua anima e i suoi pensieri: le sue parole sono per noi un insegnamento e un monito.

Scrive in una lettera:
Certo, accadono cose che la nostra ragione non avrebbe creduto possibili. Ma forse possediamo altri organi oltre la ragione, organi che non conoscevamo, e che potrebbero farci capire questa realtà sconcertante.


Forse finché insisteremo a voler utilizzare la sola ragione, tanti accadimenti resteranno oscuri per noi. Etty Hillesum ci spinge a lasciarci guidare dall'intelligenza dell'anima, dall'intelligenza del cuore.


Nel giugno del 1942  (la sua vita si spegnerà nel novembre del 1943 ad Auschwitz, a soli 29 anni) si sofferma a scrivere sul suo diario questi pensieri:



Per umiliare qualcuno si deve essere in due: colui che umilia, e colui che è umiliato e soprattutto: che si lascia umiliare.  Se manca il secondo, e cioè se la parte passiva è immune da ogni umiliazione, questa evapora nell'aria. Restano solo delle disposizioni fastidiose che interferiscono nella vita di tutti i giorni, ma nessuna umiliazione e oppressioni angosciose...stamattina pedalavo lungo lo Stadionkade e mi godevo l'ampio cielo ai margini della città, respiravo aria fresca non razionata. Dappertutto c'erano cartelli che ci vietano le strade per la campagna. Ma sopra quell'unico pezzo di strada che ci rimane, c'è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci niente, non possono veramente farci niente. Possono renderci la vita un pò spiacevole, possono privarci di qualche bene materiale o di un pò di libertà di movimento, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori col nostro atteggiamento sbagliato: col nostro sentirci perseguitati, umiliati e oppressi, col nostro odio e con la millanteria che maschera la paura...siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera. I cieli si stendono dentro di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore...Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso - se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. E' l'unica soluzione possibile. E così potrei continuare per pagine e pagine. Quel pezzetto d'eternità che ci portiamo dentro può essere espresso in una parola come in dieci volumi. Sono una persona felice e lodo questa vita...

Non c'è modo più profondo e vero di conoscere Etty se non leggendo per intero i suoi scritti, ma il bellissimo road-movie, intitolato Il Convoglio,  del regista André Bossuroi ci conduce, insieme ai due studenti del progetto Erasmus che ne sono protagonisti,  sui passi di questa straordinaria pensatrice.



Ecco qualche frammento del film-documentario:



Su Dailymotion è possibile vedere, per intero, il film sottotitolato in italiano:

"In fondo il nostro unico dovere è quello di dissodare in noi stessi vaste aree di tranquillità, di sempre maggiore tranquillità, fintantoché si sia in grado d'irraggiarla anche sugli altri. E più pace c'è nelle persone, più pae ci sarà in questo mondo agitato."

Grazie Etty!


lunedì 14 gennaio 2013

Auguri di Buon Compleanno al blog Ipsa Legit!

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Ognuno di noi ha la sua verità...


Cecilia Meireles

Oggi disimparo quel che avevo imparato fino a ieri

Oggi disimparo quel che avevo imparato fino a ieri
e che domani ricomincerò a imparare.

Tutti  i giorni mi indebolisco e mi disfo in cenere effimera:
tutti i giorni ricostruisco le mie edificazioni, in sogno eterne.

Questa fragile scuola che siamo, la sollevo con pazienza
dalle fondamenta alle torri, sapendo che è un lavoro senza fine.

E dall'alto avvisto quelli che riposano e assaltano, signori di riso e pietre.
Ognuno di noi ha la sua verità, per la quale deve morire.

Da un luogo che non si raggiunge, e che è, intanto, chiaro,
la mia verità, senza scambio, senza equivalenza nè disinganno

permane costante, obbligatoria, libera:
mentre imparo, disimparo e torno a reimparare.

Cecilia Meireles, 1961
 in Misura del significato e altre poesie, a cura di Simonetta Masin, Editrice Petite Plaisance

Imparare e disimparare, ogni giorno, per difendere la nostra intima verità...